Trasformare l’orario di lavoro del mercato ortofrutticolo da notturno in diurno. A chiederlo è un gruppo di quasi trenta concessionari dello “scaro”, che si sono riuniti in una nuova associazione: Fedagromercati Palermo. La proposta ha “spaccato” i grossisti che lavorano nella struttura comunale di via Montepellegrino. Su circa 70 operatori, infatti, più della metà ha disertato l’incontro organizzato oggi all’hotel Ibis per discutere sull’eventuale cambio di orario. Un cammino in salita, che però non spaventa gli aderenti a Fedagromercati Palermo: “La nostra – dice Antonino Anello, presidente della costituenda associazione – non è un’imposizione, ma una proposta di sperimentazione. Siamo convinti che spostando l’attività dell’ortomercato di giorno ci siano maggiori vantaggi: innanzitutto una riduzione dei costi per i grossisti, di notte le spese sono il 35% in più; l’apertura ai liberi cittadini per l’acquisto in gruppi della merce; condizioni di lavoro più sicure per gli autotrasportatori e infine un ricambio generazionale per le aziende, dato che i giovani rinunciano a questo tipo di lavoro proprio per l’orario notturno”.
Attualmente lo scarico dei prodotti ortofrutticoli è compreso tra le 3 le 5(con flessibilità d’apertura dei cancelli anche a partire dall’1). Dalle 5 in poi (grosso modo fino alle 8,30-9) avviene la vendita all’ingrosso. La proposta di Fedagromercati Palermo è di spostare le lancette in avanti di circa sei ore. Ovvero dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 12 (oppure dalle 10 alle 13) per quanto riguarda l’ingresso e lo scarico merci; mentre dalle 12 alle 17 (o dalle 13 alle 18) si terrebbe la fase riservata alle contrattazioni. Senza tuttavia spezzare l’orario di lavoro, ma tenendo separate le due fasi.
Al momento in Italia l’unica esperienza di apertura diurna di un mercato ortofrutticolo è quella di Roma. “I risultati – afferma Valentino Di Pisa, presidente nazionale Fedagromercati – sono positive: le merci in ingresso e le vendite sono aumentate. Il futuro, secondo noi, va in questa direzione. L’orario diurno è uno dei capisaldi del mio mandato. Certo, non tutte le realtà sono uguali, ci vorrà del tempo e si dovrà dibattere, cercare una mediazione. A Palermo credo che bisogna trovare l’antidoto al virus dell’abitudine. Serve un progetto comune che non può prescindere dal rapporto con le istituzioni”. Per modificare gli orari dello “scaro” serve una delibera del Consiglio comunale, su proposta dell’assessore alle Attività produttive.
Al centro del dibattito ci sono anche i problemi relativi alla sicurezza, al lavoro nero e alla viabilità attorno all’area mercatale. Per cui, sottolineano i grossisti, “è necessario un appoggio del Comune, anche per la riqualificazione“. In atto al mercato ortofrutticolo tra commissionari (o concessionari) e addetti vari gravitano circa 500 lavoratori. Tutti lamentano un calo del volume di affari, dovuto sia alla crisi sia a condizioni logistiche che penalizzano la piazza di Palermo.
“Gran parte delle merci – spiega ancora Anello – arrivano dal Centro-Nord Italia. L’attuale orario comporta parecchie difficoltà, ad esempio per i trasportatori, soprattutto quelli che provengono dalla Campania. I quali arrivano a Palermo via terra e non via mare perché gli orari dei traghetti non sono compatibili con quelli del nostro ortomercato. Le consegne avvengono dopo ore estenuanti di guida e mille peripezie per rispettare i tempi, che spesso si traducono in un mancato rispetto delle norme stradali. Noi – conclude Anello – pensiamo che sia più vantaggioso sfruttare le autostrade del mare. Non solo da Napoli, ma anche da Livorno e Civitavecchia in modo tale da ridurre l’inquinamento, favorire la sicurezza dei trasporti e incrementare il numero di merci in entrata al mercato di Palermo”.
Da PalermoToday
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