INAUGURATA NUOVA AREA MERCATALE, IL NUOVO MERCATO ALL’INGROSSO DI BOLOGNA
Un anno fa era una struttura dismessa da 70mila mq all’interno del perimetro del Caab – Centro Agro Alimentare di Bologna, proprio alle spalle del (ormai ex) mercato ortofrutticolo. Con il taglio del nastro di ieri, 4 aprile 2016, alla presenza di due Ministri, è nata la Nuova Area Mercatale di Bologna (NAM), alias il nuovo mercato all’ingrosso, sebbene diventerà operativo solo nei prossimi giorni, con il trasferimento delle attività dalla vecchia struttura alla nuova.
Un nuovo clima
Per arrivare alla giornata di ieri ci sono voluti 14 mesi dall’ottenimento dei permessi e 12 dall’avvio dei lavori. “Si poteva fare di meglio. Avremmo voluto farlo prima, ma ci sembrano comunque tempi di tutto rispetto: dodici mesi fa abbiamo siglato l’accordo con 100 imprese, per un totale di mille impiegati”, commenta Alessandro Bonfiglioli, direttore generale del Caab.
Ma nel suo discorso sono altre le parole che pesano, nel senso buono s’intende, esprimendo un “grazie all’impegno di tutti (gli attori coinvolti,ndr). Negli ultimi tempi ci siamo incontrati spesso, anche con più riunioni al giorno, ma in uno spirito costruttivo”. Poco dopo chiosa cosìVirginio Merola, sindaco del capoluogo emiliano (Caab è una partecipata all’80% del Comune di Bologna): “è il risultato di un gioco di squadra”.
Le inaugurazioni sono spesso infarcite di ringraziamenti, stavolta però valgono doppio e il perché lo sintetizza alla perfezione Gian Luca Galletti, ministro all’Ambiente e alla Tutela del Territorio e del Mare, intervenendo all’inaugurazione: “L’operazione non era scontata”, afferma.
Un anno fa e più il clima era completamente diverso, con i vertici del Caab e le imprese grossiste ai due lati della barricata: i primi a spingere per mandare in porto il progetto del Parco Tematico Eataly World – Fabbrica Italiana Contadina (F.I.CO.), il grande Parco a valenza nazionale e internazionale dedicato alla valorizzazione delle eccellenze delle filiere agro-alimentari italiane, che sorgerà nell’ex mercato ortofrutticolo, i secondi ad avanzare dubbi sull’operazione, specie sul loro trasferimento.
Da allora sembra passato un secolo e, come confermato da più parti, dalle barricate si è passati al tavolo e il clima è cambiato, e pure decisamente a quanto pare. Ieri è stato “il termine di un percorso in cui tutti hanno avuto un ruolo nello scrivere una nuova pagina dello sviluppo economico del territorio”, commenta Valentino Di Pisa il quale, oltre a essere il presidente nazionale di Fedagro è anche un grossista sulla piazza bolognese; una volta raggiunto un accordo tra tutte le parti (Caab, grossisti e imprese) “tutti gli operatori hanno accompagnato il progetto, senza mettersi di traverso”, continua Di Pisa.
La nuova struttura
Il risultato è quello che il direttore generale Bonfiglioli definisce come “senza dubbio il centro agroalimentare più moderno d’Europa, per sicurezza e sostenibilità. La nostra città è di nuovo al centro del panorama agroalimentare italiano”, peraltro realizzato senza un euro di contributi pubblici; una nuova struttura che, nelle parole del sindaco, “ci conferma quarto mercato d’Italia. Siamo insieme per rilanciarlo a livello europeo. Bologna si candida a un ruolo nell’agroalimentare”.
Si tratta di “un passo importante per Bologna, ma anche per il sistema nazionale – sottolinea Maurizio Martina, ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali – la riorganizzazione di spazi come questi è fondamentale anche in chiave nazionale e quindi bene, si vada avanti. Bologna dimostra ancora una volta di essere a tutti gli effetti un territorio e una città guida nell’agroalimentare italiano”.
In numeri la Nuova Area Mercatale è: una struttura antisismica coperta di circa 40mila mq, non coibentata, ma comunque ad alta efficienza; 5.400 mq di locali ad uso uffici; 10mila mq di celle frigo nuove e a basso impatto energetico. Dal punto di vista energetico il NAM è autosufficiente, grazie all’impianto fotovoltaico su tetto più grande d’Europa (100mila mq per 11 milioni di Kwh), in fase di ampliamento.
Su tutto, però, sono due le principali differenze tra il vecchio e il nuovo, e in queste si nota lo ‘zampino’ dei grossisti, per non portarsi, pure nel trasferimento, i maggiori problemi riscontrati nel vecchio mercato. “E’ un abito cucito su misura per noi, mentre l’altro vestiva ormai ‘largo’; questo ci permetterà di lavorare in maniera più economica e più razionale”, chiosa Di Pisa.
La prima differenza sono dimensioni e ‘forma’. NAM è un’unica grande galleria lunga 400 metri occupata al 100%, mentre il vecchio mercato aveva una forma ad ‘L’, con due ali per una lunghezza complessiva che superava il chilometro; troppo per una clientela che spesso si limitava a percorrere solo un’ala, snobbando l’altra. Questo senza considerare che la vecchia struttura era pensata per una trentina di standisti, mentre oggi ne restano 16 e così il 40% degli spazi rimane inutilizzato.
La seconda maggiore differenza sta nella logistica, sia nel carico/scarico delle merci sia nella movimentazione interna. Il nuovo mercato è dotato di una piattaforma centralizzata con capacità di carico/scarico contemporaneo di 29 automezzi pesanti, sulla base di un progetto sviluppato dalla Toyota Academy, Divisione Training & Consulting della Toyota Material Handling Italia. Gli stand sono dotati sia di rampe di carico/scarico a sbalzo sia di aree per il carico a raso di veicoli leggeri. Sarà proprio la logistica il vero banco di prova della nuova struttura, visto anche l’obiettivo della Nuova Area Mercatale: sostenere gli stessi volumi gestiti sino ad oggi dal Caab: 240mila tonnellate di prodotti ortofrutticoli e oltre 450.000 pallet annui tra quelli in ingresso e quelli in uscita, in un’area che si è contratta del 75%, utilizzando 20 baie di carico contro le 80 della precedente struttura.
In generale c’è una certa fiducia che, alla prova del fuoco, NAM passerà il test: “abbiamo creato una bella struttura, secondo noi (grossisti) ben pensata per lavorare in serenità. L’obiettivo è attrarre chi oggi è lontano dal mercato: la GDO. Mettendo tutto questo a disposizione, diventiamo interessanti anche per la grande distribuzione organizzata”, commenta Renzo Mainetti, presidente di Fedagromercati Acmo Bologna, oltre che grossista nel capoluogo emiliano.
Il comparto
A questo punto, però, arriva qualche dubbio, dovuto al ruolo che i mercati all’ingrosso (non solo Bologna quindi) hanno nell’odierno panorama agroalimentare italiano. Detta in soldoni, i mercati all’ingrosso possono ancora svolgere un ruolo? “Io credo di sì – interviene Lauro Guidi, presidente di Agribologna citando i tre elementi che secondo lui non vanno trascurati sulla piazza bolognese: orari, F.I.CO. e, appunto, funzione dei mercati – ma vanno riprogettati, per farli diventare centri polifunzionali; e in questo serve la volontà del pubblico e del privato, insieme”.
Tuttavia, rimarca il presidente nazionale di Fedagro, Valentino Di Pisa, quello dei mercati ortofrutticoli “è un anello della filiera che spesso non è considerato per ciò che esprime: 11 milioni di tonnellate commercializzate all’anno, per 12/13 miliardi di euro di fatturato e 35mila persone occupate. Cifre che meritano attenzione e rispetto”; da qui la stoccata al ministro Martina: “mi dispiace – continua – che, in fase di approvazione, dal Collegato Agricoltura sia stato stralciato l’articolo 11, che definiva strategici i mercati all’ingrosso. I mercati sono valore per i produttori e un’opportunità per i consumatori e sono un elemento per l’obiettivo del ministro Martina di raddoppiare l’export agroalimentare”.
Al via la fase 2: con il F.I.CO.
Come noto, il trasferimento del mercato ortofrutticolo dalla vecchia struttura alla nuova era conditio sine qua non per poi proseguire con il progetto F.I.CO. “Con la piena operatività della Nuova Area Mercatale si apre la volata finale per il completamento del Parco Agroalimentare F.I.CO. Eataly World, un grande progetto di educazione alimentare per la città, per l’Emilia Romagna e per l’Italia – spiega il presidente del Caab,Andrea Segrè – Caab e F.I.CO. saranno una ‘fattoria’ e al tempo stesso la vetrina dell’agroalimentare italiano, un settore che già oggi vale ben oltre 30 miliardi di euro, e che in prospettiva può crescere di molto”. Volata finale che, però, parte con la polemica: quella della protesta portata avanti ieri, durante l’inaugurazione, prima di essere allontanato, da un rappresentante del comitato ‘La Foglia di Fico’, nome che esprime la contrarietà al progetto.
“Daremo concretezza – dichiara Segrè – a questo obiettivo (valorizzare l’agroalimentare italiano, ndr), rilanciando il ruolo del mercato ortofrutticolo e del Parco Agroalimentare – continua – anche grazie alla costituzione di una Fondazione per l’educazione alla sostenibilità e alla buona alimentazione, con il compito di promuovere la Dieta Mediterranea, l’unica dieta sostenibile sia dal punto di vista della produzione che del consumo alimentare. Frutta e verdura sono coordinate essenziali in questo regime alimentare. Nella Fondazione, chiamata a operare nel contesto del Parco tematico, convergerà l’impegno delle Casse previdenziali che hanno investito in modo significativo nel Fondo Parchi Agroalimentari Italiani-PAI”.
“Grazie a questo Fondo, nel quale sono inclusi i progetti del NAM e di F.I.CO. Eataly World – sottolinea ancora Segrè, nel suo ruolo di presidente del Fondo PAI – siamo riusciti a finanziare la rigenerazione di una piattaforma già esistente, sviluppando un nuovo mercato ortofrutticolo concepito con criteri di massima sostenibilità: la nuova piattaforma esprime un valore di circa 20 milioni di euro che non hanno gravato sul pubblico nemmeno per un singolo euro, grazie al fundraising privato di 143 milioni euro sino ad oggi conferiti al Fondo PAI”.
Fonte: Freshplaza.it
Editor review
Summary
I TEMPI SONO MATURI. E IL PASSAGGIO DALL'ORARIO NOTTURNO A QUELLO DIURNO E' INELUDIBILE PER VALORIZZARE LE AZIENDE CHE OPERANO ALL'INGROSSO , RESTITUENDO LORO QUELLA CENTRALITA' OGGI PERSA.